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E finalmente arrivò l’estate.

Pensavo non arrivasse più, fino a ieri pioggia, bufera, vento forte e tagliente, freddo. Dopo giorni di un tempo assurdo, ogni 20 minuti un cambiamento da sole a pioggia a catinelle a sole a pioggerellina noiosa, antipatica e poi di nuovo qualche raggio per prenderci in giro e di nuovo vento, pioggia in un susseguirsi nevrotico di cambiamenti repentini e stonati.

E finalmente oggi sole.

Quella sera in cui sono arrivata qui, da Francoforte verso Colonia vedevo già questo cielo strano, basso, veramente troppo passo e così ho iniziato a immaginarmi una landa piatta, con le nuvole che scorrono veloci come in time lapse. E qui in effetti non è molto diverso, forse mi sono abituata già a quella sensazione strana del cielo basso, ma adesso ho alberi un po’ ovunque e vedo tante colline anche, così non ci penso più tanto.

Vivo e lavoro ad Aquisgrana. Non so per quanto e come sarà il futuro, so come è stato il passato e so perché per anni ho evitato di scrivere qui sopra, ormai a scadenza anche solo annuale, quanto ero rimasta delusa da tutto.

Le giustificazioni e macchinazioni cervellotiche che ho cercato di montare per scusare, giustificare, cercare di capire a “open mind” quello che in realtà è tanto semplice, ma è come uno schiaffo, un pugno in pancia, uno sputo in faccia ad ogni passo, ad ogni respiro.

Nei titoli d’apertura del film “Il Divo” di Paolo Sorrentino, viene citata la madre d’Andreotti con un “se non puoi dire bene di una persona, non parlarne”.

E forse così democristianamente ho fatto. Evitato come la peste di esprimere la montagna di merda che pian piano mi cresceva dentro, senza mai sfogarmi e allora, miracolo, l’occasione si è presentata e abbiamo deciso di partire.

A livello psicologico non mi sento benissimo, piena di timori e di insicurezze per poi svegliarmi improvvisamente e capire che no, non è sano sottovalutarsi e farsi sottovalutare così.

Ma son sempre stata così… non è una novità, mi ritrovo come un insetto a pancia in su cercando di ritrovare la sua posizione, lotto lotto lotto, ma che c’ho tanto da lottare… ma chi se ne frega…

Faccio quel che riesco, vado avanti con la mia forza sola e cerco di non calpestare nessuno, quando mi si calpesta, che ci vuoi fare, quella persona è talmente o scema che non ha capito che stava calpestando l’altro o talmente piccola che aveva bisogno di calpestare per sentirsi potente.

E io? Io guardo, che c’è da fare? Nella vita tutto o quasi può essere passeggero. E perché prendersela anche quando vedo un’ingiustizia? Non mi porta da nessuna parte e si vede che se le persone invece di premiarmi, m’han scansata è perché avevano qualche timore strano… qualche sciocca taratura… e chi ci perde? io?

non lo so, ma alla fine anche se perdo, alla fine vinco.

E’ andata così, sempre così…

Alla mia età la gente è già “arrivata” da un pezzo, io invece sono sempre in salita, ho sempre strade sdrucciolevoli sotto i piedi, in salita, arranco arranco, faccio fatica, ma sul lungo periodo poi non è che arrivo in cima, ma almeno vedo un po’ d’altopiano, poi sarà un’altra salita e via dicendo.

Rusché e dané… ma va bene, finché paga.

Perché perdonate l’esser venale, ma per anni ho vissuto sotto persone che mi facevano sentire quasi una ladra ad essere elemosinata per il mio certosino continuo lavoro (se non poi al contrario esser derubata), quando finalmente capisci che al mondo la gente viene pagata per il lavoro che fa (sia esso ottimo, eccellente, oppure infimo), wow che novità in questi ultimi 6 anni…

Vediamo come andrà, per ora mi arrangio, vediamo… son piena di dubbi, domande, incertezze, credo anche umiltà… spero che alla lunga mettersi in gioco così sempre paghi.

Parlo di quello che non va sempre… vorrei parlare di quello che va. Dei grossi pioppi che mi fan pensare da una serenata di Schubert, di quella margherita piccina piccina cresciuta tra le mattonelle di cemento, lontana dal ciglio della strada, mia madre l’altro giorno mi ha detto: “ma sì, te la sei cavata addirittura in Corea…” E forse parole migliori non potevano arrivare da nessun altro. Mia madre forse in fondo mi stima, nonostante le inquietanti perenni critiche a cui sono costantemente sottoposta (eh, piemontesi..!) e l’unica cosa che veramente mi manca è lei.

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