internazionale,  Politica

La rivoluzione dei fiori

Alla vigilia delle elezioni messicane si sono susseguite ulteriori azioni repressive questa volta nella città di Oaxaca, dove il locale sindacato dei lavoratori nell’educazione (i maestri) da anni ha instaurato una strategia per la richiesta di dialogo con il Governo statale chiedendo un aumento dello stipendio attraverso un grande sciopero e il concentramento per alcuni giorni nella capitale Oaxaca.
Quest’anno, poco dopo i fatti di Atenco, lo sciopero e le dimostrazioni, non si sono svolte pacatamente, ma hanno visto un altro imponente dispiegamento di forze di polizia, che all’alba del 14 giugno ha avviato uno scontro frontale con gli scioperanti che sono tuttavia riusciti a mantenere il presidio.
Il 28 di giugno si è svolta a Oaxaca la IV marcia in difesa dei diritti dei maestri che ha potuto ancora una volta contare con una vasta partecipazione popolare di decine di migliaia di persone. La situazione nello Stato di Oaxaca, se il Governo non interromperà l’atteggiamento ostile, avrà implicazioni dirette sullo svolgimento delle elezioni nei collegi locali.

Approfondimenti su Indymedia Italia

Appuntamento il 2 di luglio all’Angel de la Independencia per esigere la liberazione dei prigionieri politici.
Città del Messico – Cinema Venustiano Carranza, in 200 mila i delegati accorsi per discutere il piano di lotta.
Aprendo la III Assemblea nazionale degli aderenti all’Altra Campagna, è stato proposto, come incipit alla lotta di liberazione dei prigiornieri politici in seguito ai fatti di Atenco, di realizzare una marcia per domenica mattina, che partirà alle 10 dall’Angel de la Independencia per raggiungere lo Zócalo.
Ad un anno dalla pubblicazione della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, il delegado Zero ha dato notizia delle oltre 15 mila adesioni in tutto il paese: 72 organizzazioni politiche, 136 comunità indigene, 263 organizzazioni sociali, 724 collettivi ed organizzazioni non governative e 3.695 individui, in piú 61 tra organizzazioni e persone da tutto il mondo hanno firmato il manifesto.

E’ intanto salito a 20 il numero degli agenti inquisiti per abuso d’autorità durante lo spostamento degli arrestati ad Atenco verso il carcere di Santiaguito.

Sulle elezioni presidenziali in Messico

:: Approfondimenti ::
Video Atenco da indy Chiapas (mpg) | Intervista a Marcos da «La Jornada»[es] | Violenze sugli arrestati [it] | Violenze sessuali: testimonianze di María Sastres y Cristina Valls [es] e di Valentina Palma [it] | Le risposte di Fox [it] | Intervista a Juan de Dios Hernández Monge [es] | Testimonianza di tre agenti | Approfondimento

:: Collegamenti ::
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23 maggio – ore 21 – Trasmissione sui fatti di Atenco su Radio Lora ZH :: Cronologia

Texcoco, Estado de México

> 10 aprile 2006
I contadini della zona di Texcoco si recano al mercato Belisario Domínguez per vendere i propri ortaggi, 100 municipali e 20 funzionari del comune impediscono loro di lavorare.

> 20 aprile 2006
Piú di 100 poliziotti tra statali e municipali e 50 funzionari prendono d’assalto il mercato Belisario Domínguez attaccando indistintamente le persone, donne e anziani sono colpiti.

> 2 maggio 2006
48 floricultori locali si concentrano nella Subprocuraduria di Texcoco per manifestare contro la politica di riubicazione di 1200 commercianti ambulanti, oggetto di pressione da parte delle autorità locali. 18 di questi floricultori si oppongono alla decisione e si installano nel mercato locale.

> 3 maggio 2006
Il sindaco di Texcoco, Nazario Gutiérrez, appartenente al PRD, nonostante un accordo che in vista della Festa della Santa Cruz lasciava i venditori di fiori installarsi per quel giorno al mercato Belisario Domínguez, ordina lo sgombero da parte della polizia municipale che già dall’alba inizia una dura repressione contro ambulanti e civili; i floricultori di Atenco fanno parte del Frente de Pueblos en Defensa de la Tierra, internazionalmente conosciuti per aver impedito la costruzione dell’aeroporto a Texcoco, opponendosi all’esproprio di 4500 ettari di terra coltivata per un ridicolo indennizzo di 6 pesos al metro quadro.
Una dozzina gli agenti feriti, decine di civili, tra cui donne e bambini, si trincerano in una casa nella calle Morelos, nel centro di Texcoco, per l’arrivo di 300 poliziotti.
A fine mattinata gli abitanti di San Salvador Atenco sequestrano due agenti muinicipali di Ecatepec che stavano percorrendo la strada tra Città del Messico e Texcoco all’altezza del blocco che gli abitanti di Atenco tenevano per richiedere la libertà delle persone trincerate in calle Morelos.
Alcuni tentavi da parte della polizia di liberare questa strada federale sono inutili, ricevuti con lanci di pietre e bottiglie, sono sparati lacrimogeni, finché la popolazione non si fa scudo con una cisterna di carburante. Nel primo pomeriggio un numero crescente di persone arriva in sostegno per costruire barricate e mantenere tre blocchi sulla strada México-Lechería.
Nel primo pomeriggio si ha notizia della morte di un quattordicenne, Javier Cortés Santiago, per giorni i media sosterranno che il decesso fosse dovuto ad un petardo, mentre ad ucciderlo è stata una pallottola della polizia; numerosi sono i feriti da ambedue le parti.
Verso sera 500 agenti antisommossa sgomberano violentemente la casa di calle Morelos dove si erano trincerati i floricultori dalla mattina. Novantaquattro gli arrestati e trasferiti a Toluca, undici sono invece i poliziotti trattenuti all’Auditorium Emiliano Zapata dalla popolazione locale per contrattare la liberazione degli arrestati.

> 4 maggio 2006: Piazza delle Tre Culture, Città del Messico
Dalla simbolica piazza cittadina il Delegato Zero, annuncia l’Allerta rossa.
– sospensione dell’Altra Campagna
– chiusura dei caracoles
– solidarietà zapatista alla popolazione di Atenco
– invito agli aderente all’Altra Campagna a lottare contro la violenza di Stato.

La società civile risponde con solidaiertà alla violenza di Atenco, è una giornata di proteste e blocchi stradali a Città del Messico e nelle zone limitrofe, mentre è ancora bloccata la strada México-Texcoco, a Città del Messico gli studenti della UNAM bloccano Avenida de los Insurgentes, punto nevralgico per il traffico cittadino ed ugualmente sono bloccate le arterie verso Puebla, Toluca e Cuernavaca.

> 4 maggio 2006: San Salvador Atenco, Municipio di Texcoco, Estado de México
Dall’alba inizia l’arrivo di contingenti di polizia verso Atenco: sono coinvolti diversi corpi di polizia tra municipali, statali, federali in tenute antisommossa, mimetiche con antiproiettile, ad aprir loro la strada è la Policia Federal Preventiva. Alle ore 11 la polizia prende la strada principale e l’Auditorium dove erano trattenuti i loro colleghi. Le persone arrestate sono piú di duecento. Verso le 14 per le strade si possono solo vedere poliziotti camminare sui resti degli scontri. La gente è rinchiusa dall’alba nelle case, in preda al terrore. Il giovane Alexis Benhumea, studente di economia alla UNAM venuto in appoggio alla popolazione, colpito da un lacrimogeno alla tempia è trasferito dal nascondiglio in una casa del posto ad un ospedale, attraverso mezzi pubblici, ad 11 ore dall’incidente. Ora giace in coma.

> 5 maggio 2006: San Salvador Atenco, Municipio di Texcoco, Estado de México
Marcos ha raggiunto il posto e mostra ai media una pallottola di quelle usate dalla polizia per la repressione di Atenco. Promette interviste a qualsiasi media che «garantisca di non tagliare né correggere». Punta il dito contro Televisa e TV Azteca, le televisioni nazionali ed i media commerciali rei di aver criminalizzato la popolazione di Atenco con una «campagna di calunnie». Rivolgendosi ai giornalisti, vittime della repressione del governo quanto la popolazione locale, in quanto arrestati o fermati: «Ai media ed i suoi lavoratori, vi ho visti in Chiapas, a rischiare le vostre vite, a patire la fame, ed io ho visto come i vostri capi stravolgono tutto. Ho visto come le vostre fotografie, i vostri video sono scomparsi nei cassetti delle scrivanie dei vostri editori» e ancora: «E voi fotografi, non sono i vostri capi ad affrontare l’oltraggio e gli insulti delle persone. Siete voi, fotografi, tecnici video, e reporter».

> Lo sciopero della fame e le proteste partono dalla prigione di Santiaguito
217 prigionieri portano avanti uno sciopero della fame per protestare contro le condizioni di arresto ed il trattamento subito dalla polizia locale. Testimonianze parlano di stupri, abusi fisici e mentali cui sono stati sottoposti gli arrestati perché coinvolti nella difesa di Texcoco e Atenco. 5 starnieri son stati deportati, 60 persone scomparse. Dal carcere di Santiaguito inizia la protesta.
In italiano:
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:: Fonti:
http://mexico.indymedia.org/Atenco
http://www.narconews.com
http://www.laneta.apc.org/laneta/
http://www.ipsnet.it/chiapas/unotiz06.htm
http://www.jornada.com.mx

Aggiornamenti

> Javier Cortés – dichiarato omicidio doloso, da «La Jornada», 18 maggio 2006
Toluca, México, 17 maggio – L’omicidio del minorenne Javier Cortés Santiago, avvenuto durante gli scontri tra abitanti di Atenco e poliziotti statali e federali lo scorso 3 maggio, non è stato accidentale, ma doloso, ha dichiarato oggi il Procuratore di Giustizia dello stato, Abel Villicaà Â±a Estrada, poiché l’arma che lo ha ucciso ha sparato a meno di 70 centimetri di distanza dal suo corpo.
Il procuratore ha comunicato che si stanno raccogliendo le dichiarazioni dei testimoni dell’assassinio per sapere, su basi certe, chi ha sparato con l’arma calibro 38 che ha ucciso il giovane, “perché non sappiamo ancora se lo sparo è arrivato dalla gente o dalla polizia”.
Il procuratore ha rivelato che le prove dimostrano che Cortés Santiago è stato vittima di “un omicidio doloso e diretto, perché non si è trattato di una pallottola vagante. Il colpo è partito a meno di 70 centimetri di distanza tra l’individuo attivo ed il passivo, ed il minorenne si è difeso perché ha alzato il braccio ed il proiettile gli ha attraversato il braccio ed ha raggiunto il torace”.

Fonte | Traduzione

> Il salvataggio di Atenco, pianificato dalla PFP e approvato da Fox
Operazione militare ordinata dal governo federale il 4 di maggio, per indurre alla sollevazione di popolo, con questo titolo “La Jornada” del 20 di maggio punta il dito contro i media che si sono prestati ad una campagna di saturazione propagandistica in appoggio alla guerra psicologica per giustificare l’azione paramilitare Operación Rescate, disegnata e pianificata in anticipo da comandi esperti di lotta antisovversiva appartenenti alla Polizia Federale Preventiva e con appoggio di elementi del Centro de Investigación y Seguridad Nacional (Cisen) e dell’Agencia de Seguridad del Estado de México (ASE).

Fonte (traduzione: haze)

Approfondimento | In seguito alla tragica repressione di Texcoco, comune a pochi chilometri dalla capitale messicana, scagliata a partire dal 3 di maggio contro alcuni venditori ambulanti di fiori perché sistemati, con regolare permesso, di fronte al locale mercato Belisario Domínguez, il numero degli arresti è di oltre 250.
Il 13 di maggio sono stati liberati sotto cauzione e dopo nove giorni di detenzione, 50 tra i 144 detenuti nel carcere di Santiaguito, teatro di un tenace sciopero della fame ed incipit per il risveglio di una decisa protesta di parte della società civile messicana.
All’interno del truce scenario di questo inizio di maggio messicano, ieri, domenica 14 maggio, sono state presentate sette denunce alla Procura generale della Repubblica, ma secondo il legale delle vittime, Juan de Dios Hernández Monge, tra le 47 detenute almeno 30 sono state vittime di violenza sessuale.

Fronte mediatico – strategia del terrore creata ad hoc da consulenti statunitensi

14 giugno – Oaxaca
Alla vigilia delle elezioni messicane si sono susseguite ulteriori azioni repressive questa volta nella città di Oaxaca, dove il locale sindacato dei lavoratori nell’educazione (i maestri) da anni ha instaurato una strategia per la richiesta di dialogo con il Governo statale chiedendo un aumento dello stipendio attraverso un grande sciopero e il concentramento per alcuni giorni nella capitale Oaxaca.
Quest’anno, poco dopo i fatti di Atenco, lo sciopero e le dimostrazioni, non si sono svolte pacatamente, ma hanno visto un altro imponente dispiegamento di forze di polizia, che all’alba del 14 giugno ha avviato uno scontro frontale con gli scioperanti che sono tuttavia riusciti a mantenere il presidio.
Il 28 di giugno si è svolta a Oaxaca la IV marcia in difesa dei diritti dei maestri che ha potuto ancora una volta contare con una vasta partecipazione popolare di decine di migliaia di persone. La situazione nello Stato di Oaxaca, se il Governo non interromperà l’atteggiamento ostile, avrà implicazioni dirette sullo svolgimento delle elezioni nei collegi locali.

Approfondimenti su Indymedia Italia

Appuntamento il 2 di luglio all’Angel de la Independencia per esigere la liberazione dei prigionieri politici.
Città del Messico – Cinema Venustiano Carranza, in 200 mila i delegati accorsi per discutere il piano di lotta.
Aprendo la III Assemblea nazionale degli aderenti all’Altra Campagna, è stato proposto, come incipit alla lotta di liberazione dei prigiornieri politici in seguito ai fatti di Atenco, di realizzare una marcia per domenica mattina, che partirà alle 10 dall’Angel de la Independencia per raggiungere lo Zócalo.
Ad un anno dalla pubblicazione della Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, il delegado Zero ha dato notizia delle oltre 15 mila adesioni in tutto il paese: 72 organizzazioni politiche, 136 comunità indigene, 263 organizzazioni sociali, 724 collettivi ed organizzazioni non governative e 3.695 individui, in piú 61 tra organizzazioni e persone da tutto il mondo hanno firmato il manifesto.

E’ intanto salito a 20 il numero degli agenti inquisiti per abuso d’autorità durante lo spostamento degli arrestati ad Atenco verso il carcere di Santiaguito.

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http://indymedia.ch/it/2006/05/40937.shtml

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