internazionale,  Politica

L’Europa del regresso culturale, sociale, politico e sì, anche economico.

Copincollo dal sito di stopBolkestein.it alcuni giudizi che coincidono con la mia visione di dove stiamo andando.
Una società non di cittadini, ma di clienti, analfabeti, malati.
Questa è la libertà. \o/

NO a un’Europa dell’arretramento sociale
NO a un’Europa del regresso educativo
A seguito dell’iniziativa dell’ex commissario europeo Frits Bolkestein (liberale olandese), è attualmente in discussione un progetto di direttiva (legge europea) sulla libera circolazione dei servizi in seno all’Unione Europea (testo del progetto di direttiva – 400 KB circa).

Tale direttiva europea, se sarà adottata, avrà come conseguenza che tutti i servizi forniti dai 25 stati membri dell’Unione europea saranno considerati come prodotti economici ordinari. Di conseguenza, settori essenziali, quali la cultura, l’istruzione, le cure sanitarie e tutti i servizi relativi ai sistemi nazionali di protezione sociale potranno essere soggetti alle stesse forme di concorrenza economica delle merci.
Un tale cambiamento implica inevitabilmente un deterioramento dei sistemi legali legati alle pensioni, all’assistenza sociale o alla copertura delle cure sanitarie a vantaggio dei sistemi privati. Significa altresì la deregolamentazione dei nostri sistemi educativi e la fine di tutte le forme di diversità culturale. Inoltre, l’applicazione di questa direttiva comporterà la rimessa in discussione dei diritti dei lavoratori, così come sono garantiti dalle leggi nazionali dei paesi dell’Unione europea.
Dal marzo scorso, alcuni partiti politici e diverse istanze nazionali ed europee (associazioni, sindacati e così via) hanno suonato il campanello di allarme, chiedendo la mobilitazione delle forze progressiste per lottare contro questo progetto di direttiva sinonimo di regressione sociale.

Nonostante le proteste, una larga maggioranza degli Stati membri sembra essere favorevole all’adozione rapida di questo progetto di direttiva. Si tratta di una decisione per la quale l’umanità non è stata interpellata e nessun governo, e con maggior ragione nessun partito politico, può impedire da solo l’adozione di questa direttiva.
Solo una forte mobilitazione della società civile in seno all’Unione europea potrà quindi impedire un tale cambiamento.
Occorre agire in fretta.

Appello

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