internazionale,  Politica

Messico. Perché sto zitta.

immediatamente dopo le elezioni mi pareva chiaro che la questione dei brogli elettorali avesse il suo peso. per giorni mi sono ostinata a seguire freneticamente la stampa libera e quella di sinistra messicana, per ricevere le notizie che aspettavo: scandalo, frodi etc.
certamente, lo leggevo tutti i giorni.
eppure tra un po’ calderòn sale a los pinos.
dopo un mese, ad assistere incredula alla piega di normalità e di sostanziale indifferenza istituzionale pure io mi son rotta. già.
dico pure io perché sotto sotto pensavo che istituzionalmente qualcosa si muovesse.
e invece nulla.

ciò che invece si è mosso è stata la violenza.
violenza indiscriminata, sulla popolazione, quella piú vicina alla Sexta, se non nelle dichiarazioni d’intenti, quella che si è ritrovata schiacciata e martoriata esattamente come ad Atenco, nuovo palcoscenico di autoritarismo e repressione acuta e cronica, Oaxaca, ancora ed ancora.

ma le lotte continuano ai bordi del paese, non investono città del messico e la sua popolazione che invece si ritrova comunque a festeggiare il suo 15 settembre, incurante.
si sa, l’ignoranza.
ignoranza un par del palle.
vorrei mi fosse spiegato come mai allora altrove i pestaggi e gli assassinii diventano l’unico modo usato dal governo per reprimere il dissenso.
perché la Sexta non entra a città del messico?
questo non riesco a capire. questa è la chance che non riesco a capire perché non emerga.

non ho molte altre parole, lascio comunque un pezzo tratto da Left che descrive un po’ cosa ho visto (da molto lontano, troppo) nelle settimane successive le elezioni, giusto per mettere i puntini sulle i di queste ulteriori incredibili elezioni… scarti percentuali minimi, frodi… le ultime elezioni, generalizzando un pochetto, son state tutte teatro dei medesimi meccanismi… ah già la chiamano democrazia (dimenticando che ad Atene solo i liberi erano cittadini… e che nel liberalismo -questa accozzaglia di pluralismo di lobbies- e nel liberismo -monopoli sfrontati di poche multinazionali- non ci crede manco piú l’autista della corriera che va al mio paese).

Messico a metà – Sul futuro, l’incognita di una vittoria per un pugno di schede (dubbie). E di un’opposizione che non accetta il risultato. L’ultracattolico Calderon andrà al governo. Ma mezzo paese lo giudica un truffatore.
di Angela Nocioni

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Die Proteste in Mexiko City gegen Wahlbetrug solidarisieren sich immer stà¤rker mit der Rebellion in Oaxaca. Der mit 0,58% in einer offensichtlich gefà¤lschten Wahl unterlegene linke Prà¤sidentschaftskandidat Obrador wurde von hunderttausenden Anhà¤ngern zum offiziellen (Gegen-)Prà¤sidenten Mexikos ernannt. à¼berall kommt es zu Protestmà¤rschen, Banner an historischen Gebà¤uden, Zeltlager, Infostà¤nde. Polizei hà¤ngt in Gruppen à¼berall in der Stadt rum.

La protesta a Città del Messico, contro le frodi elettorali solidarizza in maniera sempre piú forte con la ribellione di Oaxaca. il candidato presidente di sinistra, Obrador, che alle ultime elezioni politiche teatro di brogli, ha perso per lo 0,58%, è stato chiamato come ufficiale [contro]Presidente del Messico. Ovunque hanno luogo marce di protesta, striscioni su edifici storici, campi con tende, stand informativi. La polizia è stanziata in gruppi per tutti la città.

[alcune foto e fonte]

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