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Becoming NEET

E’ dura va.
Un po’ perché tutto quello che hai intorno preme perché tu ce la faccia, perché tu continui a combattere, per quello che hai finora hai ottenuto, per i risultati a cui sei arrivata…
Mi son chiesta, l’altro giorno, parlando con un caro vecchio amico, anzi gli ho chiesto: “ma senti, tu credi che io fugga dalle situazioni?”
Mh apparentemente sembra di sì.
Apparentemente?
A ben guardare credo di non fuggire, ma di prendere le situazioni, inaridirle a tal punto da renderle cocci che si sgretolano tra le mie mani. Poi tento di stringere il pugno e come sabbia che scorre tra le dita, scivolano via.
Alcune persone le lasci perché sai che ti faranno inevitabilmente ancora del male, alcune per scelta, altre per la loro stessa natura e per il fluire del tempo, che ci cambia in sentimenti e desideri. Altre le lasci perché sai che faresti loro del male, perché non puoi farcela o perché vuoi passare oltre. Superare. Andare avanti.
Il problema è quando un po’ ti chiudi a tutto quel che potrebbe arrivarti in faccia e graffiarti le guance come carta vetro grana grossa… un po’ come quella canzone dei subsonica “vorrei raschiare la faccia contro il muro”, solo che il muro sono i nuovi “altri” che incontri. Sono muri e che cazzo si fa? Si continua a raschiare la faccia contro il muro?
No, perché dopo un po’ finisce anche la carne viva e gli altri non essendo immobili come un muro si scazzano anche di avere sangue e pezzetti di carne addosso.
A trovarne di muri almeno immobili.
Se le pressioni fossero minori, cambierebbe qualcosa? Se fossero maggiori, cambierebbe qualcosa?
Ogni tanto, soprattutto tra marzo ed aprile che è un periodo di anniversari di merda per la mia famiglia e soprattutto per me, mi vengono in mente solo cose di merda. Aprile poi fa schifo. Piú precisamente è Pasqua che fa schifo. Non è piú quella delle pasquette, quella dei giri in moto, dei gavettoni di birra a condire le grigliate nel prato, quella delle mani fredde che si cercano sotto una fastidiosa pioggierellina battente. Pasqua, da qualche anno, anzi, mettiamoci da oltre un decennio è un coacervo di ricordi; a ripetizione tornano solo ricordi di persone che non ci sono piú.
In piú quando, come adesso, sei presa solo da fallimenti, o almeno tale ti senti dopo sforzi sovraumani, il rimbombo è tale da farti sobbalzare nel letto la notte. E la notte non si dorme piú.
Ieri sera stavo guardando Higashi no Eden… senti gli amici, i conoscenti, le persone che conosci poco, tutti hanno un disperato bisogno di esternare quanto cazzo stanno di merda. Dò il mio piccolo contributo.
Certo, bisogna tirarsi su le maniche, olio di gomito e andare avanti.
Ma ancora per questi giorni vorrei lasciarmi andare, a sfogare sto schifo che ho dentro, da pessima otaku.
Cambierà , no?
magari entro dieci anni e…

Questa qui sotto è una canzone importante++.
Il mio pensiero va spesso a Pe’ (l’ho scritto… ora mi frantumerò come un cristallo?), quest’estate ho tolto la sua foto dal soggiorno, dopo tutti questi anni. Non ce la facevo piú, ero troppo in delirio da dottorato per sopportare di avere qualsiasi tipo di pensiero emotivo, emozionale (ricordi pensieri emozioni sensazioni: vita).
Però di sta stagione torna, prepotentemente, a bussare al cuore della sua amica…

4 commenti

  • om

    Ciao Arumsita,
    che post intenso. Ti mando abbraccio per superare questa grigia primavera che mette ansia un po’ a tutti.

  • admin

    Caro! Grazie!!!!
    Chissà , magari presto vengo a prendermelo di persona l’abbraccio…
    …sempre che la otaku che c’è in me scelga di estinguersi, almeno dovrebbe: il periodo depressivo post-tesi di solito mi dura non piú di 5 mesi… (esticazzi).

  • detrito

    ciao Arumsita!

    si, wow, assai intenso il post. suddai, vieni a trovarci per davvero una volta.. 😉 nel frattempo buona fortuna!

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