Arte,  facezie

Nel mio scrigno…

Stasera non so perché (no, lo so il perché, ma non lo dico perché i miei “spunti” nascono sempre da cazzate immani) sono tornata sui perturbazione. Ho letto e riletto e riletto le prime due strofe di Nel mio scrigno e calzava a pennello.

Cioè tra un aishiteru karà e B to the I to the G, riesco ancora a connettere qualcosa. Però come siamo gommosi, noi, qui. Quasi non si riuscisse a trasudare. Un po’ di plastica, un po’ lisci, ma facciamo comunque attrito. Va beh.

E in mezzo ai palchi luccicanti che hai davanti c’è anche il mio
Sembra d’ottone accanto a tutto questo oro

Ma non è detto che se brillano non siano delle trappole
Non è detto che nascondano un tesoro

Però invecchiare insieme a me dev’essere un’idea terrificante
un nucleo denso di contraddizioni nodi debiti ammissioni a denti stretti

Improvvisamente gli anni contano di più
Sono iniziati i saldi ai grandi magazzini
E le certezze vanno a ruba di ora in ora

E i desideri nel mio scrigno
Sai che non sono i tuoi
Ti prego scusami se puoi
E i desideri nel mio scrigno
Sai che non sono i tuoi
Ti prego scusami se puoi

Comodo restarmene disteso a dispensar consigli
Proprio come se ti avessi in pugno
Ma i mesi passano e i dubbi restano e la tensione è un distillato che ti vendo un po’ più caro del giorno prima

In mezzo ai palchi luccicanti che hai davanti c’è anche il mio
Mi piacerebbe tanto crederci davvero ma nel profondo si fa starda un’altra voce e non da pace

E i desideri nel mio scrigno
Sai che non sono i tuoi
Ti prego scusami se puoi
E i desideri nel mio scrigno
Sai che non sono i tuoi
Ti prego scusami se puoi
E i desideri nel mio scrigno
Sai che non sono i tuoi
Ti prego scusami se puoi
E i desideri nel mio scrigno
Sai che non sono i tuoi
Ti prego scusami se puoi

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