Corea

Due anni di Corea.

 

Tirare le somme quando si è insoddisfatti e terribilmente irritabili è forse un modo per sfogare la propria rabbia, ma non è ceramente qualcosa che vorresti dire in faccia agli altri.

Troppe cose spiacevoli ora mi vengono in mente e delle cose più o meno decenti, non dico belle certo, anche l’ultimo alone è stato coperto da una fitta nebbia scura, sporca.
Sono delusa. Estremamente delusa. Da una parte mi sembra di aver sprecato due anni della mia vita, dico di quella interiore, affettiva, regalando qui e là a gratis il mio cuore a pezzetti.
Da un altro lato capisco che sicuramente tutta questa frustrazione è formativa per capire che cavolo sono io, come sono fatta, cosa voglio…
E forse, alla fine della fiera, la marea di bugie e opportunismi con cui son stata immerdata mi ha fatto capire quanto ero pulita prima. Forse troppo pulita.
Non ho ancora capito se interiormente io sia riuscita a immedesimarmi veramente nella loro società. So solo che non è cosa per me. Sono troppo sensibile, umana, gentile, dolce, sincera per tutta questa merda.
Non mi interessano i grandi capitali. Non me ne può importare meno di un vestito di marca.
Non mi interessa farmi una famiglia per acquisire una posizione.
Non mi interessano le attenzioni di un uomo per sentirmi una donna completa.
Certo, chiunque amerebbe essere una principessina sul pisello.
Chiunque, avendo davanti agli occhi tanti soldi, non li butterebbe.
Ma io…
A me basta una piola. Un caffettino tranquillo in una piazzetta.
Una passeggiata. Una canzone, una carezza.
A me basta una caramella.

Non credo di essere molto strana… in Italia.
Sono certamente fuori dalle righe, un po’ stramba. Ma conosco, intorno a me, quasi solo persone che sono uguali a me. Che credono nell’amicizia e nell’amore.
Perché quando conosci una persona, se la prima cosa che ti viene in mente è: “come potrebbe essermi utile” allora l’umanità è morta. sepolta.

L’umanità è anche sbagliare, litigare, superare le differenze.
Cercare sempre e SOLO di appianare le cose, per un quieto vivere che non esiste, non è quello che mi piace.
Capisco la gentilezza. Ma qui, la gentilezza è solo esteriore.
Un cuore gentile non ti dice “sono occupato” continuamente.
Un cuore gentile se non ha tempo, lo crea.
Un cuore innamorato blocca il tempo per te.

Il problema maggiore è che qui l’amore non è tra le prime cento priorità.
Forse nemmeno tra le prime mille.
L’amore cos’è qui?
Per ora ne ho veramente una visione disgustosa.

Quando tornerò, nuova, qualcuno lì mi farà la donna più felice del mondo. E io cercherò di far felice lui.
Qui non c’è spazio per niente che non sia calcolabile. Accumulabile. Status. Apparenza.
E io soffro… terribilmente.

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