立原道造 – II やがて秋‥‥
II A breve l’autunno…
A breve forse giungerà l’autunno
la sera inizia a parlarci familiarmente e
gli alberi in forma d’anziane persone
gettano cupi la nuda ombra in direzione della notte
Tutto ondeggia indefinitamente
ritornando come un leggero sospiro…
(poiché non è ieri sarà domani) così
i nostri ricordi cominceranno a parlare
– l’autunno è tornato
e poi nuovamente s’arresta
come persona che chieda il permesso…
a breve, simile al ricordo di ciò che non si è dimenticato,
eppure senza ricordo forse sparirà
l’autunno… similmente… una seconda volta in una certa serata –
II やがて秋‥‥
やがて 秋が 来るだらう
夕ぐれが親しげに僕らにはなしかけ
樹木が老いた人たちの身ぶりのやうに
あらはなかげをくらく夜の方に投げ
すべてが不確かにゆらいでゐる
かへつてしづかなあさい吐息にやうに……
(昨日でないばかりに それは明日)と
僕らのおもひは ささやきかはすであらう
――秋が かうして かへつて来た
さうして 秋がまた たたずむ と
ゆるしを乞ふ人のやうに……
やがて忘れなかつたことのかたみに
しかし かたみなく 過ぎて行くであらう
秋は……さうして……ふたたびある夕ぐれに――
立原道造「暁と夕の詩」
Tratta dall’antologia
Nakahara Chūya, Tachihara Michizō, Come vena d’acqua, a cura di Massimo Soumaré, traduzioni di Sachiyo Kamada, Federico Madara, Massimo Soumaré, Roma, Empirìa, 2004, pp. 184-185.