立原道造 – VII 溢れひたす闇に
VII Nella traboccante oscurità
Alle belle cose sorridete
lacrime, non asciugatevi mai
il sole sprofondava laggiù nell’ampio paesaggio
e ardeva vivamente quella lamentosa luna
fa freddo! Deboli esseri viventi, illuminati dalla luce
camminata errabondi?
io dove vivrò? – Rispondetemi
nella notte oppure nel giorno o ancora nella tenue luminosità?
chi ero un tempo?
(non sono nessuno non importa chi sia qualcuno – )
ho perduto l’ombra della persona amata
anche se calpestata e frantumata è la mia dolce speranza
io solo dormirò nel torpore
dissolvendomi nell’unico desiderio rimastomi
VII 溢れひたす闇に
美しいものになら ほほゑむがよい
涙よ いつまでも かはかずにあれ
陽は 大きな景色のあちらに沈みゆき
あのものがなしい 月が燃え立つた
つめたい!光にかがやかされて
さまよひ歩くかよわい生き者たちよ
己は どこに住むのだらう――答へておくれ
夜に それとも昼に またうすらあかりに?
己は 甞てだれであつたのだらう?
(誰でもなく 誰でもいい 誰か――)
己は 恋する人の影を失つたきりだ
ふみくだかれてもあれ 己のやさしかつた望み
己はただ眠るであらう 眠りのなかに
遺された一つの憧憬に溶けいるために
立原道造「暁と夕の詩」
Tratta dall’antologia
Nakahara Chūya, Tachihara Michizō, Come vena d’acqua, a cura di Massimo Soumaré, traduzioni di Sachiyo Kamada, Federico Madara, Massimo Soumaré, Roma, Empirìa, 2004, pp. 194-195.