Del Regno dei pensieri

L’altro giorno ero lì che pensavo… sempre dopo una discussione, peraltro abbastanza animata, con una persona alla pazza ricerca di sistematicità  nel pensiero marxista.
Poi ho ripreso in mano il Me-ti oggi e ho trovato questo, subito dopo un passo che mi interessava per una “ricerca”.
Forse non risponde come vorremmo… ma ci pone il problema in ben altra prospettiva. No?

Taluni pensieri d’indole ordinatrice, pensieri che mettono ordine tra i pensieri, li si può paragonare piuttosto bene, quanto al loro comportamento, a dei funzionari. Creati in origine come servitori della comunità , ne diventano i padroni. Devono rendere possibile la produzione, invece la inghiottono. Sfruttando certe contraddizioni tra i pensieri, si innalzano a signoria, appoggiandosi ai personaggi potenti, non a quelli utili.
Si può paragonare il regno dei pensieri ai regni normali, diceva sprezzantemente Me-ti. Vi regna la peggiore oppressione. Non vi è altro ordine che quello dell’oppressione. Certi gruppi conquistano il potere e sottomettono tutti gli altri. Non è il rendimento a decidere, bensì l’origine e le raccomandazioni. Le persone utili vengono costrette ad obbedire ai potenti. Coloro che sono giunti ad avere in mano il potere respingono tutti coloro che vi aspirano. Certi raggruppamenti di pensieri sovversivi vengono spietatamente impediti. Si può dire tranquillamente che il regno dei pensieri assomigli appuntino a quel regno in cui sorge.

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Un enorme gruppo di pensieri devono la propria esistenza solo ai servigi che a loro volta rendono agli altri, ed hanno uno scopo solo in relazione a questi ultimi. Il sistema degli esami è del tutto corrotto. Sono le raccomandazioni a decidere.
Certi pensieri hanno la sola ed esclusiva funzione di dichiarare eterno questo regno. Dimostrano giorno e notte che esso è un pezzo di natura, è immutabile. Talvolta questi pensieri, quando sono incanutiti ed hanno messo pancia in servizio, sono sostituiti da altri, piú giovani ed efficienti, i quali rappresentano il vecchio con parole nuove.

B. Brecht, Me-ti. Libro delle svolte, Torino, Einaudi, 1970, pp. 7-8.

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